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L’amatriciana

L'amatriciana impera sulla tavola romana.
l'amatriciana
Foto: Osteria Chiana

Se le Fettuccine regnano, l’Amatriciana impera sulla tavola romana. Un piatto decisamente di importazione, ma ormai talmente radicato nella città di Roma, che forse si riesce a mangiarlo qui meglio che in qualsiasi altra parte del Lazio. L’amatriciana è un piatto nato ad Amatrice, cittadina di poco meno di 2.500 abitanti in provincia di Rieti, da cui la ricetta prende il nome.

L’amatriciana è un classico della cucina romana tradizionale è un piatto famoso in Italia e nel mondo infatti è presente nei menu di tutte le trattorie di Roma, del Lazio e d’Italia e naturalmente anche in molti ristoranti italiani all’estero. E’ talmente noto che anche Wikipedia gli ha dedicato una pagina

Nella ricetta romana vengono utilizzati i bucatini e a volte anche i rigatoni o i tonnarelli mentre nella ricetta originaria di Amatrice si utilizzano rigorosamente solo spaghetti e il guanciale e il pecorino sono solo e sempre di Amatrice.


Dettagli

Porzioni

4 persone

Preparazione

10 minuti

Cottura

20 minuti

Ingredienti

  • 400 g Bucatini oppure Rigatoni

  • 100 g Guanciale (La pancetta è un po’ una forzatura)

  • la quantità del guanciale dovrebbe essere un quarto di quella della pasta
  • q. b. Peperoncino fresco o essiccato, sale, pepe

  • q. b pecorino romano

  • Un bicchiere di Vino bianco secco

  • 350 g di pomodoro san Marzano o pelati di qualità

  • Un cucchiaio di olio extra vergine d’oliva

L’amatriciana impera sulla tavola romana.

preparazione

Per la foto del piatto ringraziamo L’Osteria Chiana

La melodia del bucatino

Il poeta romanesco Mauro Maré ha dedicato all’Amatriciana la poesia La melodia del Bucatino

Quanno er sugo è ar punto giusto

la pasta è cotta ar dente e a giusto sale.

Fatto il piatto, si può passare finalmente all’ “intorcine”.

Che è er momento e delicato

der come se manovra er bucatino:

mentre tenghi’n funzione l’odorato

e pregusti la gioia der sapere,

infili la forchetta con amore,

acchiappanno sortanto du’ o tre fili,

stanno attento ner mentre che l’infili,

a spostà er giro su der piatto,

così er boccone te viè compatto.

Come de canna d’organo che sona

a nun succhià co ‘  troppa frenesia,

ché si er fischio num sorte a perfezzione

nun te s ‘accorda co ‘ la melodia.

si la succhiata è giusta, er bucatino

va in bocca e te da gioia, drento ar petto,

e la forchetta diventa ‘n archetto

e li spaghetti con de de violino…

Mauro Maré