Cosa cucinare a Natale? la domanda è lecita ci stiamo avvicinando alla festa delle feste: Natale, l’unico giorno che ancora riesce a creare momenti di particolare emozione verso qualcosa di umile. Per una festa così importante occorre una preparazione adeguata.
Nella città di Roma il Natale si avverte negli addobbi delle strade illuminate, nelle vetrine e sopratutto nella tradizione di piazza Navona; man mano che si avvicina la notte della vigilia la domanda cosa cucinare a Natale si insinua sempre più nella mente della gente.
Secondo la tradizione, nella notte tra il 23 e il 24 dicembre, ci si reca ai Mercati Generali per l’acquisto del pesce all’ingrosso. Questa tradizione ha origini antichissime infatti nell’antica Roma ci si recava al forum piscium, che si trovava tra il Foro Romano e il Boario, per prendere il pesce partecipando a vere e proprie aste. Nella giornata del 24 era d’obbligo digiunare, ma non era poi un enorme sacrificio, perché la sera la cena sarebbe stata più che abbondante. Questa tradizione è stata interrotta soltanto durante la guerra, per ovvi motivi; ma subito dopo ritornò nelle case dei romani e riprese il suo ruolo di antica tradizione, anche se con un menu più moderno.
Cosa cucinare a Natale secondo la tradizione romana
Vi consigliamo per una festività così importante di pensare non solo a cosa cucinare a natale ma anche a come portare le pietanze a tavola e soprattutto a come apparecchiare la tavola di Natale
Un ricco menu di Natale secondo tradizione, realizzabile ancora oggi:
Per prima portata si può servire un antipasto assortito di polipetti, acciughe, gamberetti sgusciati, funghi sott’olio, carciofini sott’olio, sottaceti, olive farcite, anguilla marinata, melanzane e zucchine marinate.
Il primo piatto può essere una minestra di brodo di pesce con linguine a pezzetti, oppure una pasta e broccoli con brodo di pesce. Un altro primo piatto molto apprezzato sono gli spaghetti con le vongole.
Per il secondo si passa al pesce, arrosto o in bianco, con contorno di broccoli o cavolfiori all’agro di limone, poi è la volta del capitone allo spiedo e finalmente quella del fritto. Nel fritto ci deve essere di tutto: carciofi, zucchine, mela, ricotta, zucchine farcite di mozzarella e acciughe dissalate (tutto rigorosamente in pastella).
A mezzanotte si serve la frutta secca e di stagione, e i dolci tradizionali romani. I liquori concludono il menu della vigilia e offrono un momento di relax.
Intanto però il fornello della cucina non rimane inoperoso, perché, prigioniero nel pentolone, si sente già brontolare il cappone a mollo con gli “odori” per il pranzo di Natale.
E finalmente è Natale!
Che cosa bolle in pentola?
Menu Pranzo di Natale
Dopo un antipasto assortito, a riempire il primo piatto è con una delicata e squisita “stracciatella”. Per coloro che preferiscono masticare ci sono i cappelletti alla romana, sempre in brodo. Per chi non ama la stracciatella si propone una “forchettata”, si fa per dire, di tagliatelle all’uovo con il ragù.
Per secondo si porta in tavola il cappone lesso con la salsa verde, poi si passa alle Braciolette d’abbacchio fritte panate, accompagnate da un po’ di fritto vegetale (carciofi, zucchine, mela, ricotta…).
Per contorno si può servire la cicoria ripassata in padella con olio, aglio e peperoncino, oppure i gobbi lessati ma ripassati al tegame con burro e parmigiano; un posto lo deve avere anche l’insalata mista con finocchi, ravanelli e rughetta; è gradita pure la presenza degli spinaci lessati e insaporiti in padella con aglio, olio, peperoncino e acciuga dissalata e diliscata (oppure alla romana o all’agro di limone).
Come dolce si può servire il pangiallo, il torrone e… il panettone; la frutta secca e quella fresca di stagione; il caffè con lo schizzo e un bicchierino di liquore, amaretto o sambuca o grappa o… quello che si preferisce, tanto per smaltire al più presto.
Fonte:La cucina Romana e del Lazio – Livio Jannotti
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